Rimini | Dal consiglio le reazioni di Pdl, Pd, 5Stelle e Fratelli d’Italia
Dopo il consiglio comunale di ieri che ha visto prevalere la sua linea urbanistica, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi è oggi pomeriggio a Roma dove nella cornice del dipartimento per lo sviluppo e la coesione sociale sta spiegando, in qualità di presidente della rete delle città strategiche, al ministro Fabrizio Barca la sua idea di città. Obiettivo è soprattutto stabilire strategie utili ad intercettare fondi europei per la nuova Rimini.
Intanto, in città fioccano le reazioni dei diversi gruppi politici di fronte all’esito del consiglio comunale di ieri sera. Non ha certamente la memoria corta Giuliana Moretti del Pdl, ieri a capo di due tentativi per far mancare il numero legale (vista anche l’assenza tout cout dei grillini). “Nel marzo 2011, solo due anni fa, i consiglieri Agosta, Allegrini, Angelini,Galvani, Giorgetti votavano favorevolmente – ricorda Moretti – una variante dello stesso tipo che riguardava una palazzina di fronte a quella in oggetto oggi a Santa Giustina che portava ad innalzare la stessa da 10 metri a 13 (deliberazione 23 del 10/03/2011 scheda PRG 6,2). Stessa tipologia di variante, con Ravaioli voto favorevole, con Gnassi voto contrario. Alla faccia della coerenza di cui hanno parlato per ore”.
Nel raccontare il consiglio comunale di ieri, poi, Giuliana Moretti non risparmia particolari come quelli riguardanti “chi due ore prima del voto annunciava un voto a favore” mentre “poi ha mostrato totale subordinazione al momento del voto, arrampicandosi sugli specchi, è il caso di Vincenzo Gallo. Si dice che Gnassi stesso abbia scritto qualche intervento a chi non sapeva come uscirne”.
Dal fronte opposto arriva la dichiarazione del capogruppo del Pd Marco Agosta. “Il passaggio reale che abbiamo compiuto in consiglio comunale è quello dall'interesse privato all'interesse pubblico, come previsto dall'approccio del Masterplan, uno strumento che riesce a incrociare il Psc con le linee guida dettate dal piano strategico. Le norme transitorie sono figlie di un'epoca passata. L’amministrazione comunale, con un lavoro di un anno e mezzo, vuole tracciare le nuove coordinate per un rilancio e uno sviluppo qualitativo della città”, spiega.
“L'amministrazione non sta bloccando nulla. L’economia è al palo. La nostra sfida ora è arrivare al più presto all'adozione del Psc e Rue, per dare una risposta ai cittadini e alle imprese, utilizzando gli strumenti che abbiamo a disposizione, ad esempio mettendo in moto il meccanismo di riqualificazione urbana e riempiendo nuovamente il centro di funzioni. Il presidente della Camera di commercio Manlio Maggioli ha chiesto collaborazione tra categorie e amministrazione. Noi siamo pronti ad affrontare insieme le sfide del futuro, ma agli imprenditori chiediamo uno scatto in avanti”.
Sempre dal Pd una tirata d’orecchie ai 5Stele arriva dal consigliere Simone Bertozzi. “La politica non si fa solo con le parole urlate in piazza o sul web. Bisogna scendere in campo, la campagna elettorale è finita e non si può pensare di interpretare un cambiamento senza prendersi la responsabilità di scegliere. L’inciucio-fobia è arrivata al limite di aver perfino paura di appoggiare un’idea condivisa, con l’inevitabile conseguenza di dissolvere nell’aria anche l’ultimo barlume di riformismo. No, non credo proprio che i cittadini, che in buona fede vi hanno votati, chiedano questo per Rimini”.
Da parte loro, i 5Stelle, contro cui il sindaco è stato molto critico ieri paragonandoli a “tre meteore e un buco nero” perché hanno scelto di non partecipare al consiglio, entrano nel merito delle varianti “su due diritti marginali: un cambio di destinazione da commercio all'ingrosso al commercio in dettaglio e sull'innalzamento di un piano. Attenzione: tutto fatto e richiesto dagli interessati nei tempi opportuni a norma di legge e regole con il beneplacito degli uffici. Ma lo smalto sindacale ultimamente molto sbiadito aveva bisogno di una ripassata di cera urgente, e allora cosa c'è di meglio che impossessarsi delle battaglie del nemico a 5sTelle, o 3 meteore come lui ama definirli, su due pratiche di epoca mesozoica che non coinvolgono amici e coop?”.
Fanno un esempio pratico per farsi capire meglio. “Facendo una passeggiata lungo il parco Marecchia, all'altezza di via Toni” si può “osservare come il consumo del territorio si sia fermato a zero con due palazzi di 17 metri, ma ieri sera passare da 10 a 13 metri a Santa Giustina era una bestemmia così come cambiare una destinazione d'uso. E che dire ai riminesi che oltre a non consumare un metro quadro di territorio in meno con i due atti di ieri sera si rischierà di pagare salate penali che gli aventi diritto sicuramente richiederanno? Chissenefrega, quelle sono in carico alle pubbliche tasse dei cittadini”.
Chiudendo il cerchio, arriva la nota di Gioenzo Renzi, Fratelli d’Italia, che parla di “urbanistica-farsa del Comune di Rimini”. “Il voto contrario ai due piani particolareggiati da parte del sindaco e della sua maggioranza di sinistra è stato motivato politicamente perché nei due piani attuativi del prg non si rilevano sostanziali ed evidenti elementi di coerenza e compatibilità con le finalità descritte dal cosiddetto masterplan strategico. Puntualizzo che il masterplan è solo un atto di indirizzo e ribadisco che non è uno strumento di pianificazione urbanistica”.
Sono stati bocciati due piani, ricorda Renzi, che “non sono considerati in contrasto con il psc del Comune di Rimini, perché rispettano le condizioni poste dall’art.1.13, comma 6, lett. C delle norme transitorie di attuazione dello stesso psc”. “Siamo di fronte all’incertezza del diritto”, taglia corto Renzi.